Facile dire “Facciamo un comunicato, mandiamolo a tutti e poi lo vediamo pubblicato”. Non è tutto così automatico, anzi, bisogna seguire le regole della comunicazione stampa.
Soprattutto se ci si rivolge ai media tradizionali, per vedere la propria comunicazione pubblicata abbastanza di frequente non basta più conoscere un redattore, andare a bere spesso e volentieri caffè ed aperitivi con lui oppure scrivere testi in punta di penna, con una perfetta grammatica e sintassi. Perché oggi i giornali cercano qualcosa di più del solo articoletto da pubblicare: tutti vogliono la notizia carina, curiosa, interessante ed utile al grande pubblico, quella insomma “che si fa leggere” perché stimola ed attira. Quando ci si rivolge, quindi, a giornali, radio e tv, quelli che spesso e volentieri vengono detti comunemente “i media tradizionali”, bisogna quindi pensare e concepire quello che si vuole comunicare in una certa forma. Bisogna, insomma, che la comunicazione diventi una notizia, interessante quindi sia per chi la pubblica sia poi per chi la leggerà.
In primis fra le regole della comunicazione stampa vige sempre il principio base, ovvero essere sinceri e chiari. La trasparenza nel comunicare il proprio messaggio è il modo migliore non solo per far capire tutto a tutti, ma anche per stabilire un collegamento diretto con il lettore che riconoscerà in te un comunicatore che non esalta perché deve esaltare. Che non riveste d’oroil ferro solo per venderlo meglio, riconoscendoti una onestà intellettuale indispensabile per far sì che il lettore si fidi di quanto tu gli stai dicendo. Partendo da questa base, va trovato il modo più curioso, stimolante ed accattivante di presentare quanto si vuole comunicare tenendo però ben presente un concetto di fondo. Ovvero, il periodo dei cinegiornali dell’istituto Luce dove tutto era pomposo e didascalico, dove l’esaltazione era al centro di tutto, è terminato da un pezzo.
Quindi nel momento in cui si preparano testi per periodici, quotidiani, tv o radio attenzione a quella macchia d’olio per terra che si chiama “auto celebrazione”. Perché è facilissimo scivolarci sopra, allontanarsi dal proprio scopo informativo per iniziare a gettare incenso nell’aria esaltando questo o quello. Attenzione però, questo non vuol dire che sui media tradizionali non si possa attuare una campagna di promozione o pubblicitaria, anzi. I redazionali a pagamento sono sempre uno strumento che permette di ritagliarsi i propri spazi sui quotidiani per poter annunciare, come si vuole, quello che si vuole. Ed essendo, solitamente, pubblicati con una particolare grafica il lettore stesso è messo al corrente della fonte del contenuto che sta leggendo, si avrà quindi con lui un contatto diretto chiaro e trasparente. Due fattori che, come detto, rappresentano sempre un principio basilare all’interno delle regole della comunicazione stampa.
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